Dal 1° Luglio 2022 le banche, anche solo per per confermare i finanziamenti già in essere alle imprese, i cosiddetti “fidi a revoca”(scoperti di conto, anticipi fatture, anticipi fornitori), avranno e hanno bisogno di un proprio business plan.
Questa rivoluzione, da tempo segnalata e trattata sul blog Bilancio Utile, è stata inserita dall’EBA (European Banking Autority) per migliorare la gestione, la governance e i processi adottati dalle istituzioni finanziare in fase di concessione e monitoraggio del credito.
Con le nuove linee guida EBA cambia, infatti, radicalmente la disciplina ed i criteri della concessione del credito nonché la cultura e l’ambito di operatività delle Banche.
Nell’ambito dell’analisi del rischio di credito del cliente, si è rivolto alle banche l’invito di “valutare la capacità attuale e futura del cliente”, con l’obiettivo finale di “promuove un approccio proattivo al monitoraggio della qualità creditizia, individuando per tempo il credito in via di deterioramento”.
Di fatto del vostro bilancio depositato o del bilancino dell’anno, arrivato sempre in ritardo, ce ne facciamo da oggi in avanti davvero poco.
Attraverso queste linee guida dell’EBA, le banche valuteranno il merito creditizio non più solo su una analisi storica delle performance aziendali e cioè sull’ultimo bilancio depositato e sulle garanzie reali (pegno e ipoteca) prestate dall’impresa o ancor di più sulla abusata garanzia del Fondo Centrale di Garanzia, sino ad ora considerate una risorsa per fronteggiare l’eventuale insolvenza del creditore, ma solo considerando piani e prospettive affidabili e comprovati che le imprese dovranno presentare.
Basta guardare nello specchio retrovisore. Serve capire che strada e mappa dovremmo seguire nel tempo per arrivare sani e salvi alla metà.
Pertanto risulterà necessario analizzare il Business plan dell’azienda, il documento che presenta il progetto di impresa al fine di valutarne la fattibilità, la redditività e la sostenibilità. In altri termini, per ottenere un finanziamento non interessa più sapere solo quanto hai guadagnato fino a 12 mesi fa ma soprattutto interessa ipotizzare uno scenario per capire quanto guadagnerai nei prossimi tre/cinque anni e sopratutto se avrai la capacità di rimborsare i debiti che hai contratto.
Su questo il calcolo del DSCR diventa di fondamentale importanza.
Ovvio che da qui si viene a creare un problema dalla parte degli imprenditori che mai si sono posti il problema.
Laddove ancora si fa fatica a conoscere un numero che esprima la redditività consolidata dell’azienda (i piccoli imprenditori esprimono ancora la propria performance indicando solo il dato del fatturato), ora, sempra che all’improvviso, senza una adeguata campagna di informazione, si chiede addirittura una previsione sul reddito prospettico e una analisi dei diversi scenari valutando best e worse case (“cosa succederebbe se…?) per cogliere possibili situazioni impattanti sul futuro.
Su questo sono ancora poche le piccole imprese che chiedono una collaborazione professionale per la redazione di un business plan realistico, un documento di programmazione, che determini gli obiettivi che l’imprenditore può raggiungere con la sua impresa, la strategia, compresa una proiezione di fabbisogno finanziario a medio termine, concreta che intende adoperare per raggiungerli nonché tutti i problemi e i pericoli che potrebbero presentarsi durante questo percorso.
Ma il Business Plan a chi serve?
Serve alle banche perchè in questo caso ce lo chiedono.
È quindi corretto, come molti “consulenti” sostengo, fare un Business plan per poter ottenere facilmente il credito dalle banche sapendo che le ipotesi descritte mai si vericheranno?
Molte imprese non hanno forse capito che se le banche ci dicono di NO ci salvano spesso la vita semplicmente perchè ci stanno dicendo che non riusciremo a rimborsare il finanziamento richiesto (visto che le ipotesi descritte MAI si verificheranno).
Ok si resta offesi per due giorni, ci si arrabbia ma alla fine si evita di passare la vita inseguiti da creditori, senza poter avere un proprio bancamat o dovendo trasferire la propria residenza in Moldavia per avere un proprio conto corrente che non sia pignorato da chiunque appena ci mettiamo su 2 euro.
Il Business plan serve a noi come serve un progetto di un architetto prima di costruire una casa.
Questo concetto è stato ampiamente (ed anticipatamente) spiegato nel servizio Business Plan presente sul BLOG Bilancio Utile.
Un servizio che spesso ha permesso alle imprese di andare in banca ed ottenere il credito necessartio per finanziare i propri progetti.
In altri casi, grazie alle riflessioni nate dalla redazione del proprio Business Plan, il progetto è stato ridotto, aumentato o completamente abbandonato prima di farsi davvero male.
Perchè un contro è rinunciare ad un progetto messo sulla carta mentre un conto è farlo perchè, a lavori conclsui, alcune spese non erano state stimate o tutti i clienti che avevamo immaginato veniessero da noi non stanno rispondendo perchè magari non abbiamo studiato la corretta campagna di marketing.
Di sicuro chi ha usufruito del servizio di Business Plan ora sta rimborsando il suo finanziamento senza problemi (in Bonis) per la felicità della banche, dell’ EBA e del cliente stesso.
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A presto.
Dott. Tescari